"This is Me" e le sue copertine: sbagliando si cresce
Cambiare copertina di This is Me è diventato una specie di rito.
Cambio la copertina di quel libro ogni volta che percepisco un cambiamento in me.
È un po’ come tagliarsi i capelli o rifarsi il look… solo che non lo faccio sulla mia persona, ma sul mio libro.
La prima copertina di This is Me non l’ho scelta, mi è stata imposta. Questo libro è stato pubblicato per la prima volta con Altromondo Editore e io non avevo assolutamente esperienza in ambito editoriale. Ero la classica autrice emergente che si riempiva gli occhi delle parolone scritte nel contratto: “correzione bozza”, “promozione”, “grafico”, ecc. Mi fermo sulla copertina, non vi racconto altro su quella prima esperienza.
Ricordo che il grafico di quella piccola casa editrice mi ha contattato e mi ha chiesto come mi immaginavo la copertina. Gli ho sparato mille idee, tutte quelle che avevo in testa, ma tutte con un unico filo conduttore: nella cover doveva esserci il fuoco e doveva essere elegante.
Chissà cosa deve aver capito il grafico, perché il risultato è stato questo:

All’epoca non ho avuto altra scelta, l’ho accettata e basta, altrimenti avrei dovuto pagare un supplemento, e non era il caso dopo le migliaia di euro che ci stavo già lasciando giù.
Non sentivo rappresentata né la storia né la mia identità, ma ho buttato giù il magone e sono andata oltre.
Poi c’è stata una sorta di presa di coscienza.
Non mi piaceva come stavano andando le cose con Altromondo Editore e decisi di guardarmi attorno. Trovai il concorso indetto da MGC Edizioni per puro caso: se vincevo, pubblicavo con loro gratuitamente.
Non ho vinto il concorso ma ero arrivata nei primi venti posti su moltissimi altri partecipanti, e MGC mi propose di pubblicare comunque con loro, previo il versamento di una quota (che era comunque più ragionevole rispetto Altromondo).
Accettai, a condizione che le copertine dell’intera trilogia venissero curate da me.
Sentivo che la copertina era un’estensione di me tanto quanto le pagine scritte e non volevo che qualcun altro le rovinasse.
Così diedi libero sfogo ai miei contatti, e nacque la copertina che vedete qui sotto.
Decisamente più fantasy, decisamente più me.

Ma poi anche con MGC le cose non andarono, e non perché io non facessi la mia parte con promozione& co. Ormai erano passati anni dalla mia primissima pubblicazione e se c’era una cosa che mi era chiara, era che la famosa regola “chi fa da sé, fa per tre”, era vera.
C’erano troppe ombre nei miei rapporti con quella CE, così preferii chiudere, ritirare la trilogia dal mercato, e prendermi una pausa.
Decisi di riprovarci nel mondo dell’editoria nel 2020, ben dieci anni dopo la prima pubblicazione, e questa volta lo facevo da self publisher. Sapevo che sarebbe stata dura ma non sarebbe stato molto diverso da quello che avevo già fatto in passato.
La consapevolezza era la mia nuova compagna d’avventure e la copertina che ne derivò la conoscete tutti: la farfalla bianca su una rosa rossa simboleggia proprio questo. Il bruco è diventato farfalla: la protagonista Reiki prende consapevolezza di sé e valeva la stessa cosa anche per me.

Amavo questa copertina, l’amo tutt’ora. Era esattamente come la volevo tranne che per un piccolo, enorme dettaglio: difficile intuire che quel libro è un epic fantasy quando nessun elemento della copertina lo indica.
Andavo nelle fiere o nelle esposizioni, la gente si avvicinava e mi chiedeva: “Che libro è questo?”. “Un fantasy”, rispondevo fiera io. “Davvero? Non si capisce dalla copertina!”.
Ecco, l’importanza oggettiva della copertina. La farfalla poteva andar bene per me, ma non per il libro. Se volevo che i lettori del fantasy si avvicinasse al mio fantasy, dovevo assolutamente renderla comprensibile e appetibile anche a loro.
Così, a malincuore, ho dovuto rinunciare alla mia cara farfalla a favore di una cover decisamente diversa.
“Ci penso io”, mi disse mio marito. Nel giro di pochi giorni aveva già trovato un disegnatore bravissimo, esperto in questo tipo di copertine e con esperienza alle spalle: Antonello Venditti (no, non il cantante!).

Così eccola qui la nuova versione di “This is Me”, che nel frattempo si è arricchita anche del sottotitolo.
“Maturità”, è il mio momento chiave.
L’attimo in cui realizzi che devi mettere da parte il tuo ego a favore di uno scopo più grande, un po’ come succede anche per i figli. Il momento in cui realizzi che devi rinunciare a un pezzettino di te per avere in cambio qualcosa di più grande.
Tutta la trilogia avrà un nuovo restyling curato da Venditti, e sono davvero curiosa di sapere come sarà il risultato finale!
Mi sono ripromessa che questa è l’ultima volta che metto mano alle cover di questa trilogia. L’ultima, lo giuro. Poi guarderò avanti e al passato non ci penserò più.