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CHE COSA VUOLE UNA CASA EDITRICE?

Gli autori se lo chiedono sempre e spesso non trovano risposta. Vi aiuto io: mettiamoci nei panni dell’editore!


Mettiamo subito le cose in chiaro: una casa editrice è un’azienda a tutti gli effetti e, come tale, se vuole sopravvivere e continuare ad operare negli anni, deve guadagnare.

Questa è una premessa doverosa, visto che spesso gli autori scambiano le case editrici per organizzazioni no-profit e le additano come il male della letteratura.

Cari amici scrittori, non siamo più nel 1800. I benefattori che investivano nell'opera di uno sconosciuto non esistono più. Che vi piaccia o no, nell’epoca moderna tutto si rifà alle fredde leggi dell’economia. Quindi, se una casa editrice non guadagna abbastanza da coprire almeno i costi di gestione, è destinata a chiudere, o nel peggior dei casi, a fallire.


L’azienda “casa editrice” deve, per antonomasia, vendere libri che devono soddisfare le esigenze dei suoi consumatori, siano essi di nicchia o di massa. Ogni azienda ha la sua clientela e nemmeno la casa editrice sfugge a questa regola.

L’obiettivo della casa editrice è quello di vendere tanti libri abbastanza per coprire questi costi:

-editing & correzione

-grafica& stampa

-sistema distributivo & librai

-promozione

-diritti d’autore

Questi sono i principali costi a cui una casa editrice, di piccole dimensioni, deve sostenere. Più grande è la CE, più grandi e complessi sono i costi da coprire.

Costi che sono spesso difficili da coprire se si vende solo in Italia: la nostra Nazione è una delle nazioni che legge di meno al mondo!


Cari amici scrittori, riflettete: visto quanto sopra, può una casa editrice permettersi di includere nel proprio catalogo libri che sono scadenti, fuori target e non commercializzabili?

Se voi foste un editore, comincereste a vedere le opere che vi arrivano con un’ottica diversa. Non c’è componente emotiva che tenga: un editore, quando vede un libro, pensa solo se può venderlo, in che misura e se vale la pena investirci sopra.


Diversa è la situazione per le CE a pagamento. Se per una CE “normale”, il rischio d’impresa è tutto sulle sue spalle, per una CE a pagamento le cose cambiano: chiedendo all’autore un corrispettivo per la pubblicazione, l’editore nella maggior parte dei casi, ha già coperto buona parte – se non addirittura tutti – i costi vivi, mettendosi al riparo da ogni possibile perdita. Il rischio è stato trasferito all’autore, che a quel punto, avendo investito una somma più o meno grande, si aspetterà un grosso supporto promozionale da parte dell’editore che spesso, purtroppo, non arriva… semplicemente perché l’editore non è più motivato ad impegnarsi più del minimo necessario.



In questi ultimi anni abbiamo stiamo assistendo anche a un’altra forma di pubblicazione: il crowdfunding. In questo caso la CE non chiede denaro all’autore, bensì richiede e ricerca la clientela che possa acquistare il libro prima ancora della pubblicazione e azzerare quindi le spese. A mio avviso è un’altra forma di pagamento, anche se non monetaria, che, se ben sfruttata, può essere un buon trampolino di lancio.


Il self publishing? Considerando il prosperare delle CE a pagamento e la rigida selezione delle opere delle grandi CE, l’opportunità di pubblicarsi da soli può essere una buona occasione per immettersi nel mercato editoriale, anche se, come per ogni cosa, dev'essere un'operazione fatta bene, rispettando tutte le regole di una editoria di qualità… e questo è un concetto che – ahimè – spesso noi scrittori non conosciamo, un po’ perché amiamo talmente tanto i nostri libri da non ritenerli oggetto di critiche e quindi di un editing, un po’ perché non abbiamo risorse economiche da investire con professionisti freelance e un po’ perché non ci mettiamo nei panni dei lettori.



Cari amici scrittori, prima di giudicare duramente un editore perché non ha accolto la vostra richiesta di pubblicare la vostra opera, mettetevi nei suoi panni, guardate il vostro libro con occhio critico e fatevi questa domanda: “Chi comprerebbe il mio libro? Quante copie riuscirei a vendere?”. Una volta che avrete visto la situazione dal suo punto di vista, ogni mossa successiva (la CE giusta da contattare, le operazioni di editing da affrontare, gli investimenti promozionali) vi porterà sempre più vicino al vostro obiettivo.

La consapevolezza è un dono! Fatene buon uso!



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